“Sembra di vederle mentre raccontano le loro storie. Una sigaretta sempre accesa tra le dita, gli occhi negli occhi di chi ascolta, le loro vite che diventano fiumi di parole ripetute migliaia di volte come a voler esorcizzare cose che a raccontarle non sembrano nemmeno vere tanto sono atroci, frutto di ignoranza, miseria, sopraffazione” scrive Dacia Maraini nell'introduzione del libro.
Antonella Bolelli Ferrera, giornalista, scrittrice, per oltre un decennio autrice e conduttrice di Radio3, dal 2010 ha dato vita, con il sostegno di SIAE, al Premio Goliarda Sapienza rivolto alle persone ristrette e di cui "Bad Girls" è un progetto speciale. Nonostante le forti limitazioni imposte dal lockdown durante la prima ondata della pandemia, questo libro è riuscito a prendere vita, forte dell’urgenza di testimoniare un altro lato della medaglia sui danni devastanti prodotti dalle violenze sul genere femminile.
Ma chi sono queste donne raccontate da Antonella Bolelli Ferrera? Da moglie sottomessa del boss a capobanda della mala, da schiava del marciapiede a maitresse d’alto bordo. Anche donne cresciute in famiglie normali che nascondono segreti indicibili: gli abusi sessuali di un padre, l’indifferenza di una madre, la morbosità, i maltrattamenti, l’abbandono hanno stimolato nelle vittime mutazioni irreversibili. Da anoressica a bulimica, il corpo che si ritrae e si dilata, la mente che si chiude a riccio e poi esplode, a volte con inaspettata veemenza. La paura diviene rabbia e vuole esprimersi. La ferocia del branco che viola per sempre la tua intimità, il tradimento che infrange ogni regola, la violenza di chi non accetta di sentirsi diversa da ciò che racconta il proprio corpo, così la vittima diventa giustiziera, stalker, assassina, perfino del proprio figlio e, in fondo, anche di se stessa.
“Migliaia di donne hanno alle spalle storie di violenza, anche nelle forme più subdole, che hanno innescato in loro comportamenti distruttivi persino brutali, trascinandole nell’abisso della vendetta” scrive Antonella Bolelli Ferrera, custode di queste vicende umane raccolte da donne autrici di reati.